Crowdfunding – 1° puntata

In questo ultimo periodo si sente molto parlare di crowdfunding, anche in ambienti che fino ad oggi erano rimasti a rispettosa distanza dal tema se non addirittura in qualche modo contrapposti ad esso.

A volte il senso del termine viene confuso con “sharing economy”, che invece è tutt’altra cosa, a volte viene visto come un miraggio o come l’ultima speranza a cui aggrapparsi da parte di startupper o di imprenditori in cerca di finanziamenti per la loro impresa.

Di sicuro rappresenta una possibilità concreta per diverse iniziative imprenditoriali, soprattutto ora che il regolamento CONSOB ha allentato diverse costrizioni che legavano e tenevano un po’ al palo la possibilità per possibili finanziatori e imprenditori di fruire di questa modalità di funzionamento, soprattutto per quanto riguarda la sua modalità Equity e che finora, forse con eccesso di zelo buono negli intenti ma sfortunato negli esiti, non ha avuto l’opportunità di diffondersi al meglio.

Proviamo a dare qualche informazione di base sul tema per presentare lo strumento e quindi comprendere se può fare al caso nostro per quella che può essere la necessità di finanziamento per la nostra impresa.

Cosa si intende per Crowdfunding

Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone     (“folla” o appunto crowd) conferiscono somme di denaro     (funding), anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet (“piattaforme” o “portali”) ricevendo talvolta in cambio una  ricompensa.

È una modalità di finanziamento dal basso che serve a mobilitare individui e gruppi di persone per sostenere economicamente un progetto che ha bisogno di risorse finanziarie per essere lanciato e/o completato.

Modelli di Crowdfunding

È possibile distinguere altri modelli di crowdfunding a seconda del tipo di rapporto che si instaura tra il soggetto che finanzia e quello che ha richiesto il finanziamento:

  • Reward-based
  • Donation-based
  • Lending-based
  • Equity-based

Esistono  tuttavia  molte  varianti  che  possono combinare uno  o più dei suddetti modelli (p.es.: modelli misti reward-donation  based).

Una schematizzazione può essere la seguente:

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Fonte: twintangibles (cc) by-nc-sa 2011

Reward Based

Il ritorno per i donatori avviene tramite una ricompensa (reward,  appunto) proporzionata all’offerta; però non si tratta né di denaro né di quote societarie.

Può essere una ricompensa di valore simbolico  (ad esempio nel caso di progetti di utilità sociale), in tal caso questa forma somiglia al modello donation based (es.: www.boomstarter.com)

Oppure può essere una ricompensa consistente in una controprestazione  che tramite  il portale  viene “acquistata in anticipo”, in  tal caso a volte si definisce questa forma anche come “investment crowdfunding”  (p.es.: www.eppela.com)

Esistono inoltre 2 sottocategorie di questa tipologia:

1) Tutto o nientekickstarter

La somma di denaro di cui l’utente o l’organizzazione ha bisogno per realizzare il suo progetto/attività deve essere coperta dai possibili investitori rispettando un limite temporale prefissato: se non sarà raggiunto il target allora le donazioni torneranno agli utenti e il progetto non potrà essere realizzato.

Questo metodo incentiva le start up ad impegnarsi per coinvolgere più persone possibili attraverso una importante campagna di comunicazione su tutti i mezzi disponibili.

2) Prendi tuttoindie_gogo

Questa tipologia permette all’utente/organizzazione che chiede  il  finanziamento  per  il  suo  progetto  di  ricevere comunque  i  soldi  che  sono  stati  raccolti,  anche  se  la somma è inferiore alla quota obiettivo fissata per una certa scadenza temporale.

Questa modalità permette di sperimentare diversi progetti, anche non molto strutturati.

 

Donation Basedbuona_causa

In questo caso non c’è remunerazione, i finanziamenti sono dati a  fondo perduto.

L’incentivo alla donazione dipende dalla natura del progetto e dal soggetto che lo sviluppa:

  • Si tratta di progetti o iniziative che nel linguaggio comune possono essere qualificabili come “buone cause” (non a caso, il nome di un portale italiano di donation-based crowdfunding è proprio www.buonacausa.org)
  • Si tratta di portali concepiti per finanziare progetti o iniziative generalmente sviluppate da enti no profit o da soggetti che si prefiggono il perseguimento di scopi sociali o culturali (tra cui sembra possibile annoverare anche le imprese sociali)

[…continua]

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