Mappa dell’evasione fiscale in Italia

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato questa mappa dell’evasione fiscale in Italia.

Si individua una forte differenza tra Nord, Centro e Sud Italia con un grado di evasione in generale piuttosto elevato.

Il rapporto degli italiani con il Fisco va migliorando e la stessa agenzia delle Entrate si scopre (fonte Ocse) la più telematizzata d’Europa.

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La crisi economica, non ha inciso solo sui consumi, ma anche sull’ammontare del riscosso da attività di controllo, seppur registrando un incremento, passando dai 3,8 miliardi del 2001 a circa 13,1 miliardi di euro dell’ultimo esercizio.
Da tenere in considerazione vi sono anche i 23,3 milioni di cittadini che abitano in province che il fisco considera tranquille: sono il gruppo “Industriale” e “Stanno tutti bene”, nelle quali la pericolosità fiscale è bassissima. Sono sette le dimensioni indagate dallo studio dell’agenzia: dalla pericolosità sociale al tenore di vita, dalla struttura produttiva all’accesso a servizi tecnologici, fino alla presenza di infrastrutture.

Le otto aree:

– RISCHIO TOTALE
11,2 milioni di residenti – pericolosità fiscale 5, pericolosità sociale 5, tenore di vita 1. Si tratta delle Province di Agrigento, Brindisi, Caltanissetta, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Foggia, Frosinone, Lecce, Napoli, Ragusa, Reggio, Calabria, Salerno, Trapani, Vibo Valentia e Barletta-Andria-Trani.
METROPOLIS
7,1 milioni di residenti – pericolosità fiscale 4, pericolosità sociale 4 , tenore di vita 5 . Sono le metropoli Roma e Milano.
– NIENTE DA DICHIARARE?
2,3 milioni di residenti – pericolosità fiscale 4, pericolosità sociale 2 , tenore di vita 1 . Le aree sono Avellino, Benevento, Campobasso, Enna, Isernia, Matera, Nuoro, Oristano, Potenza, Rieti e Ogliastra.
– RISCHIOSE ABITUDINI
4,0 milioni di residenti – pericolosità fiscale 3, pericolosità sociale 4, tenore di vita 3. Si tratta di Grosseto, Imperia, La Spezia, Latina, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Rimini, Savona.
– NON SIAMO ANGELI
6,5 milioni di residenti – pericolosità fiscale 3, pericolosità sociale 3, tenore di vita 2. Sono Bari, Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Sassari, Siracusa, Taranto, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e Olbia-Tempio.
– GLI EQUILIBRISTI
5,3 milioni di residenti – pericolosità fiscale 3, pericolosità sociale 2, tenore di vita 3. Ecco l’elenco: Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Chieti, Ferrara, L’Aquila, Macerata, Novara, Perugia, Pesaro e Urbino, Teramo, Terni,Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Viterbo, Fermo.
– INDUSTRIALE:
14,3 milioni di residenti – pericolosità fiscale 1, pericolosità sociale 3, tenore di vita 4. Sono Ancona, Bergamo, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Padova, Torino, Treviso, Trieste, Varese, Venezia, Verona, Vicenza, Monza e della Brianza.
– STANNO TUTTI BENE
9 milioni di residenti – pericolosità fiscale 1, pericolosità sociale 1, tenore di vita 4. Si tratta di Aosta, Belluno, Biella, Bolzano, Como, Cremona, Cuneo, Forlì-Cesena, Gorizia, Lecco, Lodi, Mantova, Modena, Parma, Pavia, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rovigo, Siena, Sondrio, Trento, Udine.
Fonte: Agenzia Delle Entrate & RAI Economia

#PODIM2016 a Maribor

L’11 & 12 maggio si è tenuta a Maribor (Slovenia), presso l’hotel Habakuk la PODIM Conference 2016, una incontro su startup, imprenditoria e innovazione nella regione AlpeAdria.

Quella di quest’anno è stata la 36esima edizione, ricca di ospiti internazionali, di investitori, di relatori, di startupper e di imprenditori che si sono incontrati, hanno creato relazione, scambiati opinioni e punti di vista e partecipato ai numerosi workshops, conferenze ed incontri.

I relatori dei vari seminari (keynote) provenivano soprattutto dai Paesi anglosassoni come anche quelli presenti nelle varie tavole rotonde, affiancati soprattutto da imprenditori ed investitori dell’area balcanica, dell’Est europeo e dell’Austria.

L’unico nome italiano sul palco, perlomeno che io sappia, è stato Filippo Veronese di Quokky.

Daniel Cronin, di AustrianStartups è stato l’anfitrione che con piglio professionale ma leggero, scherzoso e a volte picaresco, e look da hipster ha tenuto il palco e gestito il contatto tra pubblico e ospiti.

Molto interessante anche l’interazione e le schermaglie divertenti ed informali con Steli Efti, imprenditore seriale greco-tedesco trapiantato nella Bay Area al momento impegnato con Close.io, che ha tenuto un paio di presentazioni in modo funambolico con uno stile quasi da startupper da strada, lontano da certi atteggiamenti distaccati e molto compresi nel proprio ruolo che appartengono ad altre categorie di imprenditori (senza per questo che né un atteggiamento né l’altro siano di per sé sbagliati).

20160511_131146Steli di sicuro ha tenuto molto bene la platea catturando saldamente l’attenzione dei presenti con un seminario incentrato sul tema di “LEARNING TO SAY NO”, argomento che ha presentato a sorpresa cambiando il tema originario e sottolineando i benefici di una focalizzazione delle startup su tutto quello che è il loro mercato principale, il loro core business, senza farsi distrarre troppo da attività collaterali e senza incapponirsi in voler servire tutte le tipologie di clienti come pure di lasciar perdere i clienti che vogliono comprare il nostro servizio/prodotto ma che alla fin fine non rappresentano la nostra tipologia di cliente, quello per cui stiamo sviluppando il meglio, quello a cui indirizziamo la nostra proposta di valore.

20160511_132326Sicuramente interessante anche la modalità schietta e astutamente provocatoria con cui Steli ha reso evidente, con molto colore, il suo pensiero riguardo ad avere collaboratori, dipendenti, investitori, consulenti, stakeholders in generale che, diciamo così, non rispecchiano i valori e la cultura aziendale, a dispetto del loro apporto finanziario o di competenze in azienda.

Interessanti seppure a volte un po’ scontate e ripetitive (ma è inevitabile visto il tema) alcune tavole rotonde.

Diciamo che poiché qualche studio dice che ci rimane il 30% di quello che ascoltiamo, allora repetita juvant.

20160511_190314Molto interessante anche l’incontro collaterale “Start:Up Alpe-Adria” in cui diversi esponenti di Friuli Innovazione, KWF, Initiative Start:up Slovenia, hanno presentato 5 idee per supportare le startup nell’area AlpeAdria (Austria, Slovenia, FVG e Veneto) e creare una cultura imprenditoriale ed un sistema di supporto condiviso alle startup.

20160511_173214All’incontro erano presenti Christian Benger, Ministro Regionale dell’Economia della Carinzia e Ales Cantarutti, Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico e della Tecnologia della Slovenia.
Mi spiace rilevare la completa assenza di una qualsiasi rappresentanza del governo regionale del Friuli Venezia Giulia.

Personalmente ho poi seguito un paio di workshops con Poornima Vijayashanker (Femgineer; “How to ship your ideas”) e Daniela Divac (D-Labs; “How to build a product that you users will love”).

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Non poteva mancare nel finale una startup competition ed infatti sul palco si sono date battaglia 5 startup su cui poi ha prevalso 45HC.com, una sorta di broker per le spedizioni di container a prezzi concorrenziali da un lato, e poi altre 10 startups in cui ha prevalso GoAvio, un motore di ricerca per voli low-cost, anche in ottica B2B.

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Finale affidato poi all’eclettico Steli con un ultimo intervento “Hustle Hard Or Go Home” incentrato sul tema che o si fa o ci si dà da fare (“You build or you hustle!”), sulla necessità di compiere alcuni passi scomodi ma necessari il prima possibile e sul fatto che agli altri importerà sempre poco di quel che facciamo, quindi bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare ADESSO!

Quindi smettete di leggere questo resoconto e datevi da fare!

 

P.S. Steli sarebbe fiero di me, dopo aver autografato anche a me il suo libro! 🙂

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Crowdfunding – 4° puntata

[continua dalla 3° puntata: http://www.miotti.org/wp/crowdfunding-3-puntata/ ]

LE PIATTAFORME ITALIANE DI CROWDFUNDING

In Italia si contano circa 80 piattaforme di crowdfunding tra quelle già attive e quelle in fase di partenza, considerando tutte le diverse tipologie di finanziamento:

  • reward based (raccolta fondi che, in cambio di donazioni in denaro, prevede una ricompensa, come il prodotto per il quale si sta effettuando il finanziamento, o un riconoscimento, come il ringraziamento pubblico sul sito della nuova impresa);
  • donation based (modello utilizzato soprattutto dalle organizzazioni no profit per finanziare iniziative senza scopo di lucro);
  • lending based (microprestiti a persone o imprese);
  • equity based (modello regolamentato dalla Consob: in cambio del finanziamento versato è prevista la partecipazione del finanziatore al capitale sociale dell’impresa, diventandone così socio a tutti gli effetti),
  • hybrid (ibride) cioè basate su più modalità di finanziamento.

Dal punto di vista statistico la suddivisione è così rappresentata:

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Geografia delle piattaforme

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A livello geografico, la maggior parte delle piattaforme di crowdfunding è a Milano, sede legale di 16 piattaforme e sede operativa di 18.

Il Settentrione raccoglie 26 sedi legali e 33 operative, il Centro 7 e 9, il Sud 5 sedi legali e 3 sedi operative.

La forma giuridica prevalente è l’Srl (21), poi si contano 7 Spa, 7 Startup innovative e 5 di varia natura.

Investimento tipo

Sicuramente una delle maggiori curiosità è di sapere a quanto ammontano gli investimenti nelle campagne di crowdfunding da parte degli offerenti, cioè quali sono le quote di finanziamento che vengono apportate.

Abbiamo qui una statistica della distribuzione delle quote:

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Da questo possiamo osservare che gli investimenti, accorpandoli, sono suddivisi così:investimento_crowdfunding

  • 32% sotto i  € 10
  • 28% tra gli € 11 e i € 30
  • 15% tra i € 31 e i € 50
  • 10% tra € 51 e i € 100
  • 16% sopra i € 100

 

 

 

Campagne: modelli e tipologie


Centomila (100.924) i progetti presentati (+108% da maggio 2014), 21 mila (21.384) pubblicati (+67% da maggio 2014) e circa 7 mila quelli finanziati, con un tasso di successo del 30% (era del 37% nel 2014, ma su numeri inferiori).


Prevalgono le campagne creative e culturali (37%) e sociali (34%), mentre quelle imprenditoriali si fermano al 20%. Per il 2016 le piattaforme prevedono una crescita delle piattaforme imprenditoriali, civiche e immobiliari.


La stima per il 2016 mostra una diminuzione dei progetti di tipo creativo e culturale (dal 37 al 34%) e sociale (dal 34 al 27%) e un aumento previsto delle campagne imprenditoriali (dal 20 al 26%), civiche (dal 6 al 9%) e immobiliari (dal 2 al 5%).

Criticità
  • La situazione riguardo ai vincoli e alla rigidità delle norme sta migliorando.
  • Permane un punto relativo alla concorrenza internazionale di altre piattaforme che si sono sviluppate prima e hanno potuto godere di un quadro normativo maggiormente flessibile ed orientato ad una dinamicità di mercato molto superiore. 
  • Il settore in genere, a mio avviso, resta comunque sotto-capitalizzato.
  • I potenziali utenti conoscono poco lo strumento e quindi ne diffidano.
  • Le transazioni digitali restano spesso qualcosa di sconosciuto e lontano dalla nostra quotidianità.
Potenzialità

Il crowdfunding rimane una vetrina molto interessante in cui esporre le proprie idee, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ci possono essere nel presentare la propria idea ad un vasto pubblico (che giudica!) esponendosi anche ad una sonora bocciatura.

Il crowdfunding rimane inoltre uno strumento interessante anche per altri soggetti istituzionali, tanto che anche le banche hanno iniziato a prenderlo in considerazione.
Come citavo in questa notizia, per esempio anche Banca Etica, tramite Etica Sgr e Produzioni dal Basso ha dato vita ad una iniziativa interessante.

Vi lascio con alcuni link in cui approfondire i numeri, i concetti e magari prepararvi per la vostra prossima campagna di crowdfunding!

 

LINK:

http://phifoundation.com/piattaforme-italiane-crowdfunding-rapporto-2015/

http://crowdfundingreport.telecomitalia.com/

 http://italiancrowdfunding.it/

 http://italiancrowdfunding.it/numeri-del-crowdfunding-in-italia/

http://www.crowdfundingbuzz.it/equity-crowdfunding-in-italia-il-2016-anno-della-svolta-lanalisi-di-fabio-allegreni/

http://smartmoney.startupitalia.eu/analisi/53415-20160321-alternative-finance-equity-crowdfunding-italia

 

Fonti a cui ho attinto per i dati:

http://www.01net.it/crowdfunding-come-funziona-in-italia/www.01net.it/crowdfunding-come-funziona-in-italia/

http://www.economyup.it/startup/3643_crowdfunding-in-italia-verso-il-raddoppio-vale–568-milioni-grazie-anche-al-fintech.htm